domenica 31 luglio 2011

Curiosa, la vita d'un libro

- O libri, pluralizzando il termine, se proprio volessimo conferir loro un cordiale senso di comunità,  fratellanza inestinguibile, grondante d'amicizia criptata.
Pensiamo ai libri da incorniciare, relegare in soffitta, passare al setaccio, catalogare passivamente come fossero merce da magazzino- sono tutti possibili figure da personificare, giacchè son tante ed infinite le patologie che li affliggono, quasi assortiti in miserie umane, flebili timori, potenziali inespressi, tali e quali a noi.


Non un esodo predestinato, scolpito nelle stelle, quello che compiono: piuttosto un volo accorto da gran calcolatore, lucido e meticoloso, fiero.
Che siano avvolti in carta riciclata, pezzi di giornale, abbandonati nel disordine di mercatini in piazze semisconosciute;
chiusi tra mani screpolate, che fremono per il nuovo acquisto, o dita stanche e avvizzite dall'età che le passan poi a quelle d'un giovane nipote,
 i libri balzano da un cuore all'altro senza pudore, intimoriti appena dal continuo via vai, spossati dall'alito di lettori assonati, occhiate rapìte.
C'è poi chi viene sequestrato e posto in ostaggio per una febbre bramosa, chi scivola in un bieco dimenticatoio senza ritorno nè possibilità alcuna di redimersi, chi viene spodestato dal suo più comodo seggio e poi ospitato, per sbaglio o disattenzione, in settori a lui stranieri e ostili, quindi schiacciato dalla mole delle copertine più spesse e fortunate, o chi, fedele come un cane, viaggia come di consueto in prima classe sul comodino al tuo fianco - sempre pronto e disposto a far turni terribili, preda di follie notturne, compagno d'insonnia e titanica disperazione crepuscolare. O all'alba, quando, molto più semplicemente, tenti di riprendere i sensi, scuoti le gonfie palpebre, godendoti la trepida ed incessante attesa del nuovo giorno.
E nel denso silenzio di simboli tipografici, appena smorzati da un bagliore crescente,anneghi.......


Vi siete mai chiesti quale sia la sorte d'un libro prestato, e mai più rivisto?
Figli scapestrati, in preda ad una fuga accesa dal dispetto, imboccano strade, e poi bivi che li porteran lontani, sino a quando essi non avranno più nulla a che fare con il nostro destino - mai più ci affiancheranno nel cammino degli anni.
Con la gelosia d'un bambino ritorni con la mente all'istante fugace, sgattaiolato via troppo in fretta, in cui con cieca fiducia e un animo colmo di speranza, l'hai ceduto, in quel prestito che, immaginavi, sarebbe stato presto suggellato da una fine.
Ed invece, in uno smarrimento prima momentaneo, apparentemente erroneo, ed infine irrimediabile, quel libro non è ancora tornato indietro, e tu, terrorizzato, agonizzante per la perdita che ti imbratta gli occhi, non osi neppure sussurrare <<dov'è mai finito?>>, o chiedere quale sia il motivo che lo trattiene tuttoggi in mani estranee.
Chiuso in trappola, la tua naturale loquacità viene meno, e ti limiti a sorridere, con lo sguardo inebetito, e nel cuore l'immagine straziante d'un addio già celebrato.
Un saluto, in realtà, un timido arrivederci, a quel libro di cui sei stato privato, ma che pulsa ancora insieme a te






Vivere per sempre
                       Al di là del bene e del male
(In un) Nero riflesso
All'ombra delle fanciulle in fiore
Prima che il gallo canti
Sarò la tua ombra
(su) Notre-Dame de Paris.


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La mia foto
A voi offro un cumulo di parole incenerite sotto l'obiettivo della mia macchina fotografica... Niente più, niente meno di questo.