domenica 31 ottobre 2010

Verso la rinascita


Aveva un occhio strabico e zoppicava, François, incurante della pioggia che continuava a trafiggergli le vesti ridotte adesso ad un lurido cencio. Di lui non restava che un frammento di materia - logorata dai vizi, sfiorita da un passato non completamente concluso. François, figura incorporea e oramai irriconoscibile, veniva sospinto in avanti da una forza esterna che impermeabilizzava la sua acquisita apatia.Vagava da un tempo che doveva parergli un'eternità, conosceva a memoria ogni squallido angolo di quella maledetta periferia parigina. Era stato incapace di omologarsi alla società che, incondizionatamente, lo aveva respinto, quasi fosse stato un rifiuto non degno di quegli ideali che François riluttava quanto il suo stesso sudiciume. Ripensandoci - e questo fece sorgere in lui una maligna ilarità - era stato lui a rigettare gli schemi convenzionalisti di quel secolo XIX, opponendosi ad essi con la forza della sua sabrosa poesia. Con arduo coraggio aveva scelto la via dell'esilio volontario - sentiva crescer dentro se la folle urgenza di evadere da un mondo che gli adnava stretto; un mondo instriso di meschini dettami tradizionalisti; un mondo che pretendeva di cambiarlo, di spegnere la sua poesia in un pugno di cenere; un mondo che lo recirminava per la presunta immoralità che ornava i suoi versi.
Riaffioravano in lui un'infinità di pensieri, il cui decorso era mediato da una mancata consapevolezza di ciò che era - o meglio, di ciò che quella notte credeva d'essere.
Sentiva addosso il peso dello sguardo degli altri, considerò distrattamente - mentre una folata di vento più violenta delle altre gli strappò via di dosso un mantelletto che poco copriva.
Ma fu quando volse gli occhi in avanti che il suo presentimento tramutò in bieca certezza: dalla parte opposta del vicolo, immerso in una nuvola di stracci, ecco una sagoma scura; non dovette aspettare molto prima che quello gli si accostò al fianco.
François, attraverso l'occhio sano rimastogli, in quel viso smunto scorse due impercettibli fessure, vitree e cave, che penetrarono il suo debole sguardo. 
Impossibile non notare un'analogia tra i due: con tragica ammissione lo stesso François riconobbe, in quella misera sagoma, il suo riflesso. Quella di un mendicante.
Con una voce che pareva provenir dall'oltretomba, quello stralcio d'uomo rivolse a François una domanda che si perse nel vento e nella nebbia ancor prima che potesse vedere la sua conslusione.
Quest'ultimo non parve dargli ascolto, impegnato com'era nelle sue riflessioni: quell'apparizione aveva incrementato in lui la consapevolezza che in tutto questo tempo di vagabondaggio aveva faticato a trovare - o a voler trovare. Era diventato uno dei tanti girovaghi che popolavano le notti buie di Parigi? Era l'apparenza a parlare: ogni notte dormiva in un angolo di mondo diverso, e decifrava ormai con chiari segni la bestiale follia della fame che si indava impadronendosi di lui. La notte precedente aveva trovato asilo sotto un ponte, con lo sguardo in su rivolto a quelle stelle che in un tempo infinitamente lontano erano state fonte di inesauribile ispirazione. Adesso non aveva radici, certezze, tantomeno cibo di cui sfamarsi.
Era un uomo perduto, prossimo alla pazzia, o forse già preda della malattia, come tanti suolevan dire.
- "Signore, mi sente?" - ripetè piu e più volte quella voce, labile, lontana, eppure per un momento inaspettatamente viva.
François no, non lo sentiva. Fissava il volto dell'uomo senza prestar attenzione al fiume disordinato di parole che strabordavano dalle labbra secche. Lo fissava con insistenza e - in un modo privo di ogni logica - nel filo intricato dei suoi pensieri confluirono versi inopportuni che tuttavia riuscirono a cullarlo verso dolci ricordi, di un passato che fu.
E' ritrovata. Che cosa? L'eternità. E' il mare andato con il sole
Una lacrima inumidì il viso di un François che si scoprì ancora capace di commuoversi, sebbene il tempo e le vicessitudini avessero levigato su di lui una patina squamosa; era stata proprio questa pellicola invisibile a cristallizzare i suoi sentimenti, facendolo scivolare in un alone apatico che lo divorò- con una ferocia vorticosa. Eppure era riuscito a non farsi contaminare, François, e fu grato a quel mendicante che, ignaro di tutto, aveva reso possibile la sua rinascita.

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A voi offro un cumulo di parole incenerite sotto l'obiettivo della mia macchina fotografica... Niente più, niente meno di questo.